La linguistica forense: il caso di Timothy evans e di unabomber.

Che cos’è la linguistica forense?

La linguistica forense è la disciplina che studia il linguaggio criminale, giudiziario, di diritto penale e civile. Questo linguaggio è stato studiato e analizzato da linguisti e criminologi che, soprattutto negli ultimi anni, hanno apportato un grande contributo alla giustizia per risolvere casi e crimini.

La linguistica forense, che cos'è e perché è importante.

La linguistica forense si occupa di analizzare il linguaggio e le espressioni comunicative di un individuo coinvolto in un qualsiasi esempio di processo penale o sospetto sulla scena del crimine, al fine di risolvere tali casi. Ognuno di noi possiede un proprio stile comunicativo e unico e per quanto si possano provare a celare le caratteristiche linguistiche, ci sarà sempre una peculiarità che ci distingue e che condurrà il perito alla verità.

La linguistica forense non si occupa solo di indagare su crimini attraverso il linguaggio, ma anche dei cosiddetti language crimes, cioè i crimini che sono commessi con il linguaggio stesso, come ad esempio le minacce, le estorsioni, i casi di hate speech, ecc.

Che cosa fa il linguista forense?

I linguisti forensi studiano e comparano le prove scritte e verbali al fine di risolvere un caso.

Attraverso un’analisi dettagliata il perito può infatti, riuscire ad identificare l’autore di uno scritto anonimo all’interno di una cerchia di sospetti, tramite una comparazione di testi scritti, può effettuare indagini sul plagio e sulle violazioni dei diritti di autore, può far capire se durante un interrogatorio o un processo venga detta la verità

Quindi un linguista si occupa dell’analisi della fonetica, morfologia, sintassi, semantica, pragmatica.

La loro analisi tiene conto della scelta delle parole, la struttura morfo-sintattica utilizzata, l’uso del dialetto, la scelta del lessico e di tutti gli aspetti paraverbali che concernono un testo orale, come il tono della voce, la presenza di umh, e illustrazioni o gesti. 

Le conclusioni che si raggiungono potrebbero aiutare a determinare l’esito di un procedimento penale.

La linguistica forense e la stilometria:

La stilometria è lo studio di uno stile linguistico, unico a tutti. Grazie alla stilometria, e alla sua applicazione, si attribuisce un determinato scritto a un soggetto. Comparando un numero di testi di un solo autore in questione, ricorrono abitudini stilistiche: ricorrenza di alcune parole che questo soggetto usa frequentemente, se l’autore è solito o meno a giustificare un testo, la grandezza delle parole, la punteggiatura, la scelta dell’interlinea, le locuzioni comuni, utilizzo improprio di vocali accentate, errori ortografici comuni. Questo insieme di elementi danno origine alla stilometria e contribuiscono attraverso la linguistica forense a trovare il vero autore di un testo. 

Che tipo di testi analizzano i linguisti forensi?

La tipologia dei testi dipende dall’ indagine su cui lavorare. 

Come linguista forense, l’esame linguistico consiste nell’analisi dei seguenti esempi: testamenti, trascrizioni telefoniche, mail, sms, lettere di suicidio, di minaccia, chiamate di emergenza, dichiarazioni, testimonianze, colloqui investigativi, note, confessioni. Tutti questi testi vengono analizzati minuziosamente.

Che metodi usa la linguistica forense?

Per addentrarsi nell’analisi di un testo orale o scritto, un linguista forense si avvale di metodologie analitiche e di algoritmi computazionali di cybersecurity e di metodi di ricerca come la Critical Discourse Analysis o la Conversation Analysis.

LA LINGUISTICA FORENSE IN ITALIA 

Nonostante l’utilità di questa disciplina, al momento la linguistica forense è presente in maniera molto attiva solo negli Stati Uniti e in Inghilterra, dove il dipartimento di linguistica forense di Aston University a Birmingham è un centro di eccellenza. 

In Italia la linguistica forense non risulta essere nota o comunque raramente viene presa in considerazione, talvolta poiché richiede un investimento economico dispendioso, nonché del tempo di ricerca e talaltra spesso si mostra un forte scetticismo in materia, dato che ancora e nonostante un numero di casi risolti, non risulta essere una materia così “affidabili” come le scienze.

Nonostante questa diffidenza generale la linguistica forense veniva utilizzata spesso in passato. Ad esempio durante la Seconda guerra mondiale i linguisti attraverso tentativi di intercettazione di telefonate cercavano di studiare i linguaggi in codice o si affidavano a un mediatore linguistico forense per la traduzione dei messaggi degli alleati di altre nazioni o dei messaggi intercettati del nemico.  Al contrario dell’Inghilterra o degli USA, questa disciplina non è stata conservata in Italia, forse solo oggi ne sentiamo parlare di più, ciononostante solo alcune città hanno unità di polizia o università che praticano analisi di linguistica forense. In Italia la Società Italiana di linguistica forense si occupa di divulgare la linguistica forense anche in Italia.

Il ruolo del mediatore linguistico nel linguaggio forense. 

I cittadini stranieri coinvolti in eventuali procedimenti penali o civili hanno bisogno di essere affiancati a un mediatore interprete o traduttore forense che attraverso l’abbattimento di barriere linguistiche, culturali e legali, conoscendo pertanto la legislazione di più realtà, sarà in grado di offrire al cliente straniero un processo giusto e degno, per l’integrazione, il riconoscimento dei diritti dell’interessato nonostante le difficoltà linguistiche.

Il caso di Timothy Evans

Il primo caso di uso di linguistica forense risale alla pubblicazione di Jan Svartvik del suo libro del 1953 “The Evans Statements”: A Case for Forensic Linguistics.

Timothy Evans e il primo caso di linguistica forense.

Nel suo studio l’autore analizzò minuziosamente la storia di Timothy Evans che era stato accusato dalla polizia di aver ucciso la sua famiglia. A seguito di una lettera dove l’uomo confessava il suo omicidio, la polizia lo arrestò per poi condannarlo a morte nel 1950. 

Svartvik si avvalse di attente e dettagliate analisi linguistiche per mettere in questione la vicenda di Timothy Evans e scoprire la vera origine e il vero autore della lettera di confessione. Dall’analisi formulò che la polizia avesse incolpato ingiustamente l’uomo, al punto da scrivere una confessione falsa. Solo dopo la sua morte Evans fu dichiarato essere innocente.

Unabomber il caso risolto grazie alla Linguistica

Unabomber e il caso risolto grazie alla linguistica forense.

Numerosi sono stati i casi risolti grazie all’applicazione della linguistica forense, di seguito l’esempio più noto.

Negli Stati Uniti degli anni Settanta un tale Ted Kaczynski, noto come Unabomber, si dimostrò per quasi vent’anni occupato nella creazione e spedizione di pacchi postali contenenti esplosivi fino ad essere arrestato il 3 aprile 1996, quando a seguito di analisi linguistico forensi fu scoperto essere il responsabile dell’omicidio dei riceventi dei pacchi.

L’uomo si era dimostrato essere particolarmente attento nell’agire all’oscuro da tutti e agile nel camuffarsi e nel lasciare false tracce al FBI. La sua azione risultava essere una protesta violenta contro i fautori del progresso tecnologico e il suo obiettivo era quello di fare fuori coloro che a suo avviso avrebbero potuto rappresentare un giorno delle minacce tecnologiche per la società.

Nel 1995 minacciò i giornali statunitensi, il New York Times e il Washington post di pubblicare il suo Manifesto intitolato “ La Società Industriale e il suo Futuro”. 

L’FBI investigò affinché qualcuno potesse riconoscere lo stile con cui era scritto il testo e fu proprio il fratello del terrorista David Kaczynski a riconoscere nel Manifesto lo stile e le idee del fratello e consegnò ai detective delle vecchie lettere scritte dal fratello.

L’FBI così iniziò una serie di procedimenti investigativi, utilizzando tecniche di linguistica forense e grazie all’analisi e al confronto dei testi, riuscirono a riconoscere l’identità del terrorista, data la presenza di importanti affinità linguistiche tra i documenti analizzati. Tra le somiglianze riscontrate, l’uso di “analyse” al posto di “analyze”, l’uso di “licence” anziché “license”.

Fu, quindi, proprio la linguistica forense che permise la cattura di Unabomber,

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